Ma che cosa costruiamo e proiettiamo ?
Infatti nell'amore noi perseguiamo anche una compensazione di ciò che non abbiamo avuto o di cui ci siamo sentiti privati nelle nostre esigenze affettive, o talvolta addirittura “ostili” o qualche volta anche “cattivi” nei nostri confronti da figure molto importanti. Conseguentemente chiediamo al nostro amore, in maniera più o meno conscia, di provvedere a riempire i vuoti affettivi del nostro passato o a porre rimedio alle ferite affettive infertici. Alcune volte queste richieste vengono poste come l'altra faccia di una medaglia: cerchiamo di sopperire o “guarire” lui , per sopperire o “guarire” noi.
Riepilogando il processo amoroso potrebbe essere rappresentato come l'aspirazione a due possibili desideri, fra loro contrapposti:
- il primo desiderio è quello ci cercare un soggetto d'amare il più possibile simile alle figure amate della nostra infanzia.
- il secondo desiderio è in antitesi al primo perché cerca un soggetto d'amare che poni riparo alle carenze e ferite inferte dalle primarie figure affettive.
Potremmo sintetizzare il tutto con una metafora. E’ come se in ogni amore adulto mettessimo in atto un copione cinematografico (affettivo e relazionale) che abbiamo già visto e vissuto ripetutamente nella nostra infanzia, di cui non abbiamo gradito lo svolgimento ed il finale, e speriamo di cambiare quest'ultimi nella nuova storia d'amore. Ma, purtroppo, svolgimento e finale cambiano per pochi, e solo per quelli che avendone consapevolezza non pretendono di cambiarli del tutto, ma solo di modificarli parzialmente.
Nessun commento:
Posta un commento