martedì 11 novembre 2008

LIVENOW, NUOVI ORIZZONTI RELAZIONALI

Prenditi un momento per visitare il nostro sito (clicca qui a lato) e scopri tutto ciò che possiamo fare per te! Potrai così conoscere il nuovo e moderno servizio di consulenza relazionale on line via e-mail e via chat. Se sceglierai di intraprendere un percorso con noi, rimarrai sorpreso dai risultati raggiunti.
Ci piace fare il nostro lavoro con passione e dedizione. La nostra soddisfazione più grande è sapere che abbiamo contribuito a donarvi qualcosa di speciale: l'amore per voi stessi e per la vita.

In questo progetto noi ci mettiamo il cuore.
Tu mettici solo un po’ di coraggio ed entusiasmo.
Il resto lo costruiremo insieme strada facendo.

Registrati gratuitamente e senza impegno. Per noi la tua tranquillità e fiducia sono prioritarie e per questo abbiamo deciso, in via promozionale, di offrirti una prima consulenza gratuita.
Per qualsiasi curiosità o informazione puoi scriverci a: info@livenow.it
Cosa aspetti? Cambia prospettiva!

STAI AL PASSO CON I TEMPI! SCOPRI IL COUNSELING ON LINE

Spesso pensiamo al counseling come ad una relazione d'aiuto strutturata in una forma di dialogo faccia a faccia. Eppure adesso esistono consultazioni tra individui che possono anche non incontrarsi mai di persona: stiamo parlando del counseling on line (via e-mail e chat). Il counseling on line usa la telematica per rivolgersi a coloro che stanno attraversando situazioni di "piccolo disagio" e che per cause di vario tipo, non sono disposti ad incontrarsi dal vivo con un esperto. Col counseling on line non si fa terapia e non si guarisce una patologia, ma si aiuta chi ha dei problemi ad affrontarli in modo diverso e a superarli al fine di raggiungere una situazione interiore migliore. C'è chi sostiene addirittura che con questa forma di consultazione sia possibile aiutare in modo più incisivo il proprio cliente: "Il counselor filosofico inglese Tim le Bon afferma che la sua esperienza con l'e-mail counseling è stata molto buona. L'atto di scrivere gli sembra maggiormente appropriato del dialogo verbale al fine di definire argomenti e circoscrivere l'idea di qualcuno. Incoraggia sia il cliente che il counselor a cercare di lavorare più a fondo sulle rispettive risposte. Concede loro anche il tempo necessario per fare questo, quantità di tempo raramente disponibile negli incontri che si svolgono su appuntamento". Vi sono anche altri aspetti che possono incoraggiare le persone a usufruire del counseling on line: il cliente e il counselor hanno la possibilità di entrare in contatto nonostante le grandi distanze, con una piccola spesa economica; il cliente particolarmente timido è alleggerito del peso di doversi presentare di persona; per quanto riguarda il counselor in particolare, egli non è obbligato a prendere appuntamenti, tenere conto dei tempi di viaggio e affittare uno studio. Il counseling on line è ormai una realtà che sta prendendo sempre più campo! Sono due le forme in cui si può esercitare questo tipo di professione: la chat e la posta elettronica (e-mail). Fino ad ora il metodo più usato è quello dell'e-mail counseling, ma anche per la chat vi sono le possibilità per diventare un importantissimo sistema di dialogo a distanza a favore di coloro che hanno bisogno di conforto e sostegno.

CONOSCIAMO INSIEME L'E-MAIL COUNSELING

Come può il counselor capire che tipo di persona sta dall'altra parte dello schermo e quali sono gli strumenti che devono essere utilizzati per accompagnare il cliente lungo la strada del miglioramento relazionale e della realizzazione personale? Quella della e-mail è una forma non troppo spontanea di comunicazione " È un messaggio scritto e dalla sua analisi emergono tratti di personalità come per qualsiasi forma di comunicazione.L'e-mail presenta delle caratteristiche anomale, proprio perché è un messaggio "parlato", ha in sé le caratteristiche della lettera, ma al tempo stesso ricerca l'espressività' e l'immediatezza del parlato. Come può avvenire ciò? C'è la riflessione, il tempo di pausa tra ricezione e invio, ma c'è anche la possibilità di aggiungere suoni, immagini, o solo di usare interiezioni, vocalizzazioni, punteggiatura, tutto ciò che può rendere più espressivo e anche personale un messaggio. È il tentativo di descrivere delle emozioni contravvenendo alle regole grammaticali e sintattiche. (si veda "Comunicazione & Internet", Patrizia Vaccaro) E proprio da tutto ciò che può rendere più espressivo e personale un messaggio, il counselor comincia a farsi una idea sul carattere del proprio cliente che dunque (se confidiamo nella sua buona fede comunicativa), non può nascondere i tratti principali della sua personalità che anche via internet alla fine, emergono. Il counselor deve saper gestire questo rapporto via e-mail con la dovuta attenzione e usando parole, interiezioni, punteggiatura in modo tale da ispirare fiducia al proprio cliente, visto che è questo l'unico modo per entrare in relazione con lui. Il cliente infatti si aspetta di ricevere un sostegno morale nient' altro che da un insieme di frasi scritte dalle quali deve trapelare prima di tutto accettazione positiva incondizionata e una buona dose di empatia. Se a prima vista tutto questo può sembrare ridicolo e impossibile da realizzarsi, solo provando possiamo accorgerci che c'è qualcosa di magico anche nella telematica che fa si che con una tastiera sia possibile comunicare affetto e comprensione empatica. Qual è il metodo migliore di risposta del counselor? Addentrandoci sugli aspetti più tecnici che riguardano la risposta via e-mail possiamo dire che in tutti i rapporti che siano di amicizia , di lavoro o altro, si può rispondere all'intero messaggio o per pezzi. Nel primo caso si pone una maggiore attenzione a tutto il messaggio ricevuto senza soffermarsi su aspetti o frasi particolari scritte dall'interlocutore; nel secondo si tende a soffermarsi su ogni singola parte della lettera lasciando poco spazio a possibili altre interpretazioni. La risposta del counselor deve permettere al cliente di "respirare", di farlo sentire a suo agio e in grado di accogliere e eventualmente controbattere ciò che l'altro ha scritto. Dunque, una risposta all'intero messaggio sembrerebbe la miglior cosa da fare. Egli dovrebbe sì addentrarsi su ogni particolare della lettera da cui è possibile scorgere inaspettate caratteristiche della personalità del cliente, ma non deve mai lasciarsi scappare il significato generale della lettera e soprattutto il carattere del cliente così come risulta dall'intero messaggio. Soffermiamoci adesso su uno degli aspetti che giocano a favore dell'e-mail counseling: la conservazione di tutta la posta ricevuta. Questo permette al counselor di potersi soffermare quando meglio crede su quello che il cliente ha scritto nell'arco di un mese ad esempio e poter capire quali cambiamenti si sono verificati nella sua persona e come agire di conseguenza. Ma non solo. Il fatto di avere sotto controllo tutta la posta ricevuta permette anche di ricordarsi tutto quello che il cliente ha comunicato e tutto questo genera nel cliente stesso apprezzamento e voglia di continuare il rapporto di counseling on line.

CHAT COUNSELING. IL FUTURO MUOVE I SUOI PRIMI PASSI

La consulenza tramite chat viene definita come una interazione sincrona (in diretta). L'utente accede ad una stanza-chat privata nella quale interagisce col counselor per circa 50 minuti ad incontro. Questo tipo di comunicazione si avvicina molto ad una comunicazione reale, in assenza chiaramente del linguaggio non verbale. In genere si accede in chat mediante un user name e una password che vengono comunicati al momento dell'iscrizione. I giorni e gli orari degli appuntamenti vengono fissati col counselor che seguirà la consulenza. Chi desidera dunque un contatto più immediato e diretto col proprio counselor ma allo stesso tempo non può spostarsi per svariati motivi, può utilizzare con successo questa forma di counseling. Vi è quindi la sensazione di avere vicino a noi qualcuno che ci ascolta. Infatti nel momento in cui il cliente vede scorrere sullo schermo parole e frasi che sono in sintonia con ciò che ha scritto un attimo prima, vi è la naturale sensazione di essere in due nella stessa stanza: "qualcuno mi segue, qualcuno viene dietro al mio discorso, non so che faccia abbia, ma so che c'è, lo deduco dal semplice scorrere delle sue parole sul mio schermo" (questo potrebbe dire un ragazzo in cerca di conforto). Con la chat, a differenza dell'e-mail, è possibile dialogare in tempo reale, è possibile permettere al cliente di sentirsi capito sul momento e dunque nel "qui ed ora". Il counseling on line, è una realtà importante oppure è soltanto qualcosa di passeggero e superficiale? Questa forma di consulenza si sta facendo sempre più avanti perché presenta sicuramente delle caratteristiche che la rendono esclusiva e indispensabile per il raggiungimento di certi obiettivi. Infatti vi è un aspetto che il counseling on line affronta meglio di qualsiasi altra forma di counseling ed è l'approccio con un certo tipo di persone: persone che manifestano una forte timidezza. Questo aspetto del carattere spesso è la causa principale che costringe la persona timida a rinunciare ad un incontro faccia a faccia con uno psicologo o counselor o qualcuno che sia disposto ad ascoltarla. Però quando non si trova il coraggio o la forza di scaricare i propri problemi su qualcuno in grado di gestirli insieme a noi, si rischia di portarsi dietro un peso che causa grosse difficoltà nel lungo cammino della nostra vita, specialmente nelle relazioni col mondo che ci circonda. Dobbiamo quindi trovare la giusta forza che ci spinga a confidarci con una persona che sappia ascoltarci. Ma come possiamo fare tutto questo se la timidezza ed eccessiva insicurezza che ci pervade, ci blocca di fronte a questo primo passo? È un primo passo essenziale, mediante il quale si può sbloccare un meccanismo risanatore. Ecco che il counseling on line si presenta come un filtro ideale che permette di aprirsi a un confidente senza dover incorrere nell'impatto forte di un incontro dal vivo. Il cliente particolarmente timido ha la possibilità di nascondere il suo volto e i suoi connotati fisici grazie a questa forma di counseling e di portare avanti con una certa disinvoltura un dialogo profondo col proprio counselor. E in seguito cosa può accadere? In seguito può accadere che il cliente riesca a confidare cose talmente importanti da poter sciogliere tanti complessi e riuscire a emergere da una situazione di depressione o altro. Tutto può essere cominciato, portato avanti e terminato nello stesso ambito, cioè, on line. Ma il counseling on line non deve essere necessariamente sostitutivo delle classiche sedute di counseling ma può anche semplicemente avere una funzione integrativa. In conclusione, col counseling on line non possiamo esplorare gli occhi del nostro cliente, le sue espressioni facciali, il linguaggio del corpo, il tono della voce e le esitazioni, ma possiamo ugualmente condividere il suo disagio e aiutarlo a intraprendere una strada che lo riporti ad un equilibrio interiore. Una accettazione positiva incondizionata e una comprensione empatica se sono vere possono essere comunicate anche attraverso l'uso di un computer. I concetti che appaiono sul display e il modo in cui vengono esposti dicono molto della personalità del cliente e se il counselor sa essere veramente attento, può cogliere un'infinita' di informazioni su di lui e trasmettere tutta la sua comprensione e tutto il suo affetto anche con il solo uso di una tastiera.

mercoledì 5 novembre 2008

LA NATURA DEL COUNSELING ON LINE

Il counseling on line non è il counseling tradizionale. Sarebbe assurdo paragonare due cose che sostanzialmente sono diverse e che intervengono in aree diverse. Il counseling on line può sicuramente svolgere una funzione integrativa e di sostegno alle sedute classiche e può essere considerato una valida alternativa al counseling tradizionale, soprattutto perché le emozioni e le sensazioni che trapelano attraverso l’anonimato e lo scritto sono sostanzialmente diverse da quelle espresse in una seduta vis a vis.
Il Counselor on line deve avere competenze ulteriori e diverse da un counselor tradizionale. Il Counselor on line deve saper scrivere e leggere i significati fra le righe, non si possono mai perdere di vista quelle informazioni (pause, velocità di scrittura, espressioni emotive, ecc.) che ci informano sul processo in atto tra le due parti. È bene che il counselor prima di offrire una relazione di aiuto on line abbia avuto sufficienti esperienze personali per la comprensione e l'uso di strumenti come e-mail, forum, chat sia in forma scritta che vocale. È bene cioè che conosca il mondo virtuale dove opererà e che sia in grado di trasmettere almeno per quello che serve questa conoscenza al cliente.
Il counseling on line non è psicoterapia on line.
Non bisogna cadere nella trappola di considerare counseling e psicoterapia on line la stessa cosa. Indubbiamente la psicoterapia tocca aspetti molto più profondi ed è probabilmente giusto che in tal senso si nutrano ancora dubbi.
È lecito pensare che nel nostro immediato futuro ci sia il videoconsulto, già molti studi sembrano dimostrare come questa tecnica non solo si dimostri efficace ma sia anche gradita a molti clienti. Il videoconsulto si può infatti considerare una trasformazione adattiva del counseling vis a vis, e può essere spiegato come un processo comunicativo relazionale in divenire, nel quale si fa riferimento sostanzialmente alle procedure di counseling tradizionali. L’idea di confrontarci con una Intelligenza Artificiale oggi ci può far sorridere, ma forse vale il principio per cui noi dovremmo essere sempre capaci di agire secondo il meglio situazionale e pronti ad applicare le nostre tecniche di aiuto in qualunque contesto ci venissimo a trovare, e poco importa se posso guardare in faccia il mio cliente, ascoltarne solo la voce o se sono collegato a lui tramite canali telematici.

LOVE AFFAIRS IN CHAT


Perché tante persone, anziché uscire per un aperitivo o una pizza passano buona parte della loro vita davanti al monitor di un computer, a “chiacchierare” con persone sconosciute e fisicamente assenti? Un occasione, forse l’unica, per comunicare? Voglia di conoscere nuove persone? Desiderio di crearsi nuove amicizie e perché no, storie d’amore?

Racconta le tue esperienze con i “tipi da chat”, i nickname più divertenti o le situazioni più surreali...

CAMBIARE IL PARTNER

Una premessa è d'obbligo. Generalmente si ritiene che la coppia sia fondata su una diade, l'Io ed il Tu. Niente di più errato. La coppia nasce da una diade, ma per sopravvivere nel tempo necessita di evolversi in una triade: l'Io, il Tu ed il Noi. 
Il Noi è la relazione stessa, inteso come spazio di condivisione e progettualità reciproca. Senza di esso la diade o diventa una monade fusionale o permane in una dualità senza nessun fine.
Molti di noi vorrebbero cambiare i comportamenti del partner, ma è possibile?

Ritengo che possiamo cambiare il partner solo in qualche suo atteggiamento. Anzi se ci ostiniamo a volerlo cambiare otterremmo il solo risultato di farlo sentire poco capito, poco apprezzato e poco amato. Semmai il cercare di cambiare il partner nasconde una problematica di tipo relazionale che non si vuole riconoscere. A volte questa ostinazione nasconde una vera dipendenza affettiva, non si riesce a vedere il partner per quello che è realmente, ma per quello che potrebbe essere, se accettasse di essere cambiato da noi. A questo punto, soggetto del cambiamento non deve essere il partner ma la relazione stessa, salvando così, l’unicità e l’individualità dei componenti della stessa. Ed intervenendo sulla relazione si crea un processo circolare foriero di quei cambiamenti del partner che si desiderano, oltre ad avere un cambiamento anche su noi stessi. Il processo circolare è del tipo: cambia la relazione, cambiamo noi, cambia il partner, cambia la relazione.
Vorrei citare al riguardo un brano di Gibran:

“L'amore, come un corso d'acqua, deve essere in continuo movimento. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l'inverno, e le acque gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito.”

Facciamo in modo che la nostra relazione non geli e non diventi qualcosa di assolutamente garantito.

Ma come s’interviene sulla relazione e quindi sul NOI

Migliorando la comunicazione all’interno del processo relazionale. Spesso ci si lamenta che il proprio partner presta poca attenzione alle nostre esigenze , ai nostri discorsi, alle nostre richieste, a differenza di ciò che facciamo noi. Ma siamo proprio sicuri che noi gli prestiamo quell’attenzione e quell’ascolto che noi vorremmo a nostra volta. Miglioriamo la comunicazione, in tal senso. Passiamo ad un autentico interesse ed ascolto verso il partner, di tipo empatico. Prestiamogli un ascolto attento, anche in maniera non verbale, attraverso carezze, sorrisi e quant’altro.
Consideriamo il partner come il nostro migliore amico. Confidiamogli sogni, emozioni, progetti, siamo aperti e sinceri. Accettiamo l'altro così come è e non cerchiamo di cambiarlo. A questo proposito ricordiamo l’insegnamento di G.Galilei “Non puoi insegnare nulla ad un uomo, puoi solo aiutarlo a scoprire ciò che ha dentro di sé”. Inizialmente il partner rimarrà sorpreso dei nostri nuovi atteggiamenti. Probabilmente si ritirerà sulla difensiva. Noi avremo l’impressione di aver fatto un buco nell’acqua. Ma se avremo pazienza e determinazione, i frutti del cambiamento non tarderanno. E cambieranno tutti e tre i termini della relazione. Noi ed il partner cambieremo, senza grandi stravolgimenti e preservando la nostra individualità, ma soprattutto la relazione sarà cambiata, di quei cambiamenti che desideravamo originariamente nell’altro.
Il vero cambiamento avviene anche quando smettiamo di cercare di cambiare l’altro e cerchiamo di cambiare dentro noi stessi.

LE CONVINZIONI

Sappiamo chi crediamo di essere, non chi siamo veramente

Tutti noi abbiamo un sistema di convinzioni - opinioni ben radicate e fondate su basi che riteniamo oggettive - che regola la nostra vita in ogni aspetto.
Le convinzioni, come le abitudini, sono utili perché ci permettono di concentrarci su quello che vogliamo, senza doverci soffermare troppo sugli aspetti familiari, ripetitivi della vita. Gli inconvenienti sorgono quando le nostre convinzioni non sono più adeguate alla nostra situazione attuale, limitano il nostro sviluppo e sono causa di disagio.
Spunti di auto riflessione su alcune convinzioni comuni a molti.

Convinzioni sulle relazioni

Scambi affettivi appaganti sono alla base del nostro benessere. Frequentemente però entrano in gioco pensieri di inadeguatezza su noi stessi, spesso totalmente inconsci, che compromettono questi rapporti. Così tendiamo a proiettare sugli altri il frutto di pensieri negativi che abbiamo su noi stessi e crediamo che gli altri siano la causa della nostra infelicità, che invece è sempre e solo da ricercarsi dentro di noi. La qualità delle nostre relazioni rispecchia la qualità della relazione che abbiamo con noi stessi.

Convinzioni limitanti 
  • Sono poco importante per gli altri 
  • Sono meno importante degli altri 
  • Devo occuparmi prima degli altri, poi di me 
  • Ciò che pensano gli altri è più importante di ciò che penso io 
  • Gli altri vengono prima di me 
  • Devo compiacere gli altri 
  • Devo piacere a tutti 
  • Gli altri hanno il potere di farmi soffrire 
  • Rifiuto di ricevere aiuto dagli altri 
  • Gli amici prima o poi ti tradiscono 
  • Quando hai bisogno di aiuto gli amici spariscono 
  • Le persone ti sono amiche per interesse
  • Non c’è nessuno su cui io possa contare 
Convinzioni proficue
  • Sono molto importante per gli altri
  • Sono importante tanto quanto gli altri
  • Mi occupo prima di me e poi potrò essere d'aiuto agli altri
  • Ciò che pensano gli altri è importante tanto quanto ciò che penso io
  • Gli altri vengono dopo di me
  • Devo essere me stesso, indipendentemente da come gli altri desiderano io sia
  • Devo piacere a me stesso
  • Nessuno ha il potere di farmi soffrire
  • Accetto di ricevere aiuto dagli altri
  • Gli amici sono fedeli
  • Quando hai bisogno d'aiuto gli amici ci sono sempre
  • Attraggo amici sinceri
  • Posso contare su molte persone
Convinzioni sull’amore

Esiste una sola forma di amore: l’amore incondizionato. Amare incondizionatamente significa amare tutto ciò che esiste così com’è, senza giudizio o critica, amare le persone così come sono, senza volerle cambiare, amare se stessi profondamente, senza condizioni.
Tutte le altre forme sono espressioni imperfette dell’amore, anche se molto umane. L’amore che conosciamo è un amore possessivo, pieno di regole e di limitazioni, per questo è un amore che ci fa soffrire. L’amore vero è offerto liberamente e non pretende di essere ricambiato, è un amore che innalza la nostra energia e quella di chi ci sta attorno e ci rende felici nel qui e ora qualunque cosa accada.

Convinzioni limitanti
  • Io non amo me stesso 
  • Amare se stessi è egoista 
  • Io non sono amabile 
  • Io sono indegno di essere amato 
  • Nessuno mi ama 
  • Io sono solo 
  • Sono incapace di amare 
  • Faccio soffrire le persone che amo 
  • Amare significa annullare se stessi 
  • E’ sbagliato ricevere amore, bisogna solo darne 
  • Se amo soffro 
  • Se amo vengo abbandonato 
  • Se amo vengo tradito 
  • Se amo divento troppo vulnerabile 
  • Se amo vengo rifiutato 
  • Se amo vengo umiliato 
  • Se amo il mio partner perdo l'amore dei miei genitori 
  • Se amo divento un debole 
  • Se amo perdo la mia libertà 
  • Se amo perdo la mia indipendenza 
  • L’amore non fa per me 
  • Ho paura di amare 
Convinzioni proficue
  • Io amo me stesso
  • E’ giusto ed importante amare se stessi
  • Io sono amabile
  • Io merito di essere amato
  • Tutti mi amano
  • Io sono amato
  • Sono capace di amare
  • Faccio gioire le persone che amo
  • Amare significa essere pienamente se stessi
  • E’ giusto ricevere amore così come darne
  • Amo e gioisco
  • Amo e mi sento amato
  • Amo e mi sento unico e speciale per il mio partner
  • Amo e mi sento invulnerabile
  • Amo e mi sento voluto
  • Amo e mi sento rispettato
  • Amo e i miei genitori sono felici per me
  • Amo e sono forte
  • Amo e mi sento libero
  • Amo e mi sento indipendente
  • L’amore fa per me
  • E’ sicuro per me amare

INCOMUNICABILITA'. NEGOZIAZIONE DELLA COPPIA



Incomunicabilità nella coppia

“Abbiamo tutti dentro un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose... E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai”.

Luigi Pirandello

La comunicativa, l'arte di parlarsi e dire con chiarezza ciò che si intende e si sente, di ascoltare l'altro ed essere sicuri di aver capito bene, è la capacità principale per creare e mantenere un rapporto d'amore.
Spesso nella coppia ci si pone la domanda "Ma perché non mi capisci?" pronunciata prevalentemente dalle donne rispetto agli uomini.
Questa domanda andrebbe trasformata "Come possiamo costruire un rapporto sulla reciproca comprensione?"
Và puntualizzato che "comprendere" non significa "concordare" perché si può accettare la possibilità di comprendere appieno il punto di vista dell'altro, senza necessariamente concordare, mentre nella coppia, spesso l'accettazione del punto di vista altrui significa anche essere d'accordo.
Comprendere non significa cedere e riconoscere l'altro più forte di noi, al contrario, quanto più riusciamo a conoscere meglio i suoi bisogni tanto più facilmente riusciamo a conquistare la sua fiducia e perfino la sua attenzione nei nostri confronti fino al punto di "vendergli" (se siamo particolarmente bravi) le nostre idee.
Ma per poter comprendere è necessario saper ascoltare, cosa che tutti pensiamo di saper fare dalla nascita ma che in realtà facciamo solo a livello superficiale.
La mancanza di ascolto attivo è la causa principale dei litigi.
In una discussione accade spesso di non prestare realmente ascolto alle parole dell'altro; la nostra mente è impegnata non tanto a capire la sua posizione, ma ad elaborare una risposta.
Ascoltare in modo attivo significa manifestare reale interesse per quello che l'altra persona dice e ciò che lascia intendere con il linguaggio non verbale. Nell'ascolto attivo mente e corpo sono protesi verso l'altro e questo permette di capire le motivazioni che l'hanno spinto a dire o fare qualcosa prima di giudicare o di sentirsi feriti ed offesi. Insomma ascoltarsi aiuta a capirsi e quindi ad amarsi di più.

La negoziazione di coppia

Avete presente quando discutete su come spendere i vostri soldi, come suddividervi la gestione della casa, dove andare in vacanza, ecco, in quei momenti state negoziando o almeno ci provate. Possiamo dire che è un'esperienza abbastanza comune, un modo particolare di comunicare e in quanto tale può sicuramente essere migliorato. Seguendo semplici indicazioni potrai diventare abile nel chiedere ciò che desideri senza dover manipolare o mettere in disparte il tuo partner.
Visto che ormai è chiaro a tutti che il conflitto tra due persone, che desiderano cose diverse, è inevitabile, vediamo come si può affrontare meglio.
Cominciamo sottolineando che è opportuno non attaccare direttamente l'altra persona ma cercare di separare i propri sentimenti dalla questione in discussione, concentrandosi sugli interessi ricercati e non su posizioni rigide, arrivando ad una decisione reciprocamente accettabile con flessibilità e perseveranza.
Allora al lavoro!!!!

La negoziazione si svolge attraverso cinque stadi

I.   Preparazione, regole di base

Accetto il conflitto con serenità: il conflitto è inevitabile, essere in disaccordo è naturale e può essere un momento di crescita. Non è la rovina della coppia. Voglio riuscire a raggiungere un accordo che sia per entrambi positivo. Voglio abbandonare l'idea di volere vincere a tutti i costi. Voglio essere flessibile, voglio cercare di liberare la mia mente dai pregiudizi. Dopo esserti chiarito queste regole di base inizia con una descrizione della situazione.
Adesso descrivi quali sentimenti ed emozioni ti caratterizzano nel momento in cui pensi a ciò che sta succedendo. 
Quindi cerca di descrivere quali sono gli interessi del tuo partner e i tuoi e quali possono essere comuni.

I mie interessi: ....
Gli interessi del partner: ....
I nostri interessi: ....

A questo punto analizza le soluzioni possibili considerando quale sarebbe per te la soluzione ideale, come potresti andare incontro al tuo partner e cosa invece sarebbe inaccettabile.

  • Soluzione ideale: 
  • Come potresti andare incontro a: 
  • Soluzione inaccettabile:
II.   Discussione

In questa fase si comincia a parlare ed è opportuno seguire le fasi della Preparazione quindi si comincia a: 

  • Descrivere i fatti come si vedono 
  • Esprimere le emozioni sia le tue sia quelle del tuo partner 
  • Come si vede il problema rispetto agli interessi del tuo partner, ai tuoi e a quelli in comune 
  • Osservare come il problema sia complicato da desideri di sostegno, fiducia, contatto e libertà 
  • Lavorare su possibili soluzioni finché non sono chiari bisogni e interessi. 
  • Proponi la tua soluzione ideale. 
Se si è impantanati in una discussione è opportuno fare un passo indietro e ricominciare seguendo questa logica:

Io penso (i fatti concreti) ...................................
Io sento (le emozioni) ........................................
Io voglio (gli interessi) .....................................
Io desidero (le astrazioni) ...................................
Forse si potrebbe (tentativo di soluzione) ....................................

Nella negoziazione è importante utilizzare una comunicazione efficace e quindi seguire alcune regole fondamentali:

  • Non attaccare, non minacciare, non incolpare, non scoraggiare.
  • Avere una atteggiamento empatico, mettersi nei panni del partner per meglio comprenderlo.
  • Utilizzare l'ascolto attivo, parafrasare, riassumere e fare domande per comprendere meglio il punto di vista dell'altro.
  • Perseguire l'obiettivo: raggiungere una soluzione reciprocamente accettabile.
III.   Proposta/controproposta

In questa fase entrambi i partner propongono una soluzione possibile, inizialmente estremamente diverse poi a poco a poco la soluzione più plausibile si connota come interesse di entrambi.
Per facilitare questo processo si possono tenere in considerazione alcuni classici metodi per raggiungere un compromesso.
“Io taglio la torta e tu fai la prima scelta”, o meglio uno decide come poter dividere una situazione e poi l'altro sceglie una delle due possibilità.
“Facciamolo entrambi avremo così un migliore risultato per tutti.” Ad esempio perché non stendiamo insieme i panni così io finisco prima e posso fare una buona cena e tu hai il tempo per leggere il giornale.
“Periodo di prova.” Lasciamo che tu vada una volta a settimana a fare quella cosa vediamo se in questo modo migliora la qualità del tempo che trascorri in casa.
“Facciamo a modo mio quando tocca a me, a modo tuo quando tocca a te.” Quando guido io vado a questa velocità, quando guidi te a quella che vuoi.
“Pari e patta.” Se tu pulisci il bagno una volta a settimana io farò la lavatrice una volta a settimana.
“Uniamo ciò che voglio io con ciò che vuoi tu.” Io mi prendo carico di fare questa cosa che a te non piace ma tu fai questa altra per me.
“Dividiamo la differenza.” Non mi interessa spendere per quell'oggetto, ma a te sì io mi prendo la metà del prezzo e compro un'altra cosa.

IV.   Disaccordo

Questa è la fase più difficile. Per riuscire a superarla bisogna dirsi che non è la fine di tutto, ma solo una fase naturale della negoziazione. Quando si giunge alla fase del disaccordo è segno che bisogna fare qualche revisione alle fasi precedenti.
Vediamo come:

  • Cerca una nuova controproposta, usando una diversa strategia di compromesso.
  • Ritorna alla discussione sugli interessi e i bisogni.
  • Fate un brainstorming (scrivete su carta tutte le possibili soluzioni che vi vengono in mente anche quelle meno sensate).
  • Quando uno dei due o entrambi siete veramente stanchi chiedete una pausa.
  • Ritorna alla fase della preparazione. Trascorri più tempo a cercare gli interessi comuni e le risoluzioni creative. Riesamina i tuoi sentimenti. Acquisisci ulteriori informazioni necessarie.
V.   Accordo

Finalmente siete entrambi d'accordo su un'opzione che vi rende felici. Prima di dichiarare chiusa la negoziazione siate ben sicuri che vada per entrambi bene e ognuno di voi potrà per evidenziare ciò esprimere ad alta voce il suo consenso.

L'AMORE AI TEMPI DELLA CHAT

Potremmo definire l'amore che nasce nelle chat come un amore che nasce fra anime. In una società reale che in tutti i suoi aspetti è basata sull'apparire, su internet si può essere, inteso come essere nell'immagine interiore che vogliamo comunicare agli altri.
Gli stessi uomini recuperano la propria anima emotiva e affettiva, di cui hanno ritrosia a mostrare nella vita reale, rendendola palese nella chat.
Sia nel versante femminile che in quello maschile, l'anima ha il sopravvento nella vita virtuale a differenza di quella reale.
Paradossalmente nelle chat ci si mostra con una maggiore autenticità rispetto alla vita reale, si ha meno pudore, meno inibizioni, si è più se stessi, ma si è anche quello che si vorrebbe essere. Ritorna quindi un'analogia con la vita reale, dove si oscilla sempre fra l'essere e l'apparire, con il forte predominio dell'apparire.
Nel web e nelle chat si ricercano affinità elettive, ci si confronta con quelli che si ritiene essere i propri simili dal punto di vista degli interessi, emozioni, passioni.
Quante di queste affinità che crediamo di riscontrare nell'altro o negli altri non sono, come nella vita reale, proiezioni della nostra anima ?
Cosa succede quando l'incontro sul web si trasforma in un incontro nella vita reale, tre possibili scenari:
  • se le due anime si sono rivelate nella loro sincerità sul web, sopravvivono alla fisicità dell'incontro. Se anche l'immagine fisica delude, l'intesa fra anime consolidata sul web riesce a reggere la delusione e getta le basi per una progettualità di relazione nella vita reale che non necessariamente sfocia in amore.
  • se le due anime non sono state sincere sul web, è subentrato il gioco reciproco delle proiezioni, dell'apparire dell'anima rispetto al suo essere, non si sopravvive all'incontro reale e il castello incantato dell'attesa dell'incontro si frantuma come un castello di sabbia. Non si regge alla delusione che l'altro non è come avremmo voluto che fosse. Non si dimostra neanche quella tolleranza verso l'alterità che si ha normalmente nella vita reale.
  • il terzo scenario è l'incontro con l'anima nera. Infatti, la stessa anima che seduce può procurare dolore . Infatti, quest'anima può anche essere nera con tutto il suo corollario di perversione, malvagità, sofferenza. E quest'anima nera è la più difficile da cogliere nelle chat, è il lupo che si traveste da agnello, è l'anima che ci fa innamorare per poi terribilmente deluderci. E' l'anima che con un colpo di mouse ci cancella dai suoi contatti. Nei casi estremi è l'anima del pervertito, del pedofilo, dello stupratore.
Ci si ritrova sulla chat, la volta successiva, a non raccontare più un amore, ma un fallimento, un tradimento, un'amara delusione.

Come ovviare a ciò ?

Prestando particolare attenzione ai contatti in chat che s'instaurano durante periodi di particolare fragilità psicologica personale, quale in seguito a separazione, fine di una relazione, lutto e quant'altro.
Diffidando di un'immagine troppo perfetta che l'altro vuol fornire, consapevolmente o no.
Diffidando di un eccessivo entusiasmo che l'altro mostra nei vostri confronti, consapevolmente o meno.
Soprattutto non lasciando trascorrere eccessivo tempo fra l'incontro in chat e quello nella vita reale e nel momento in cui si decide d'incontrarsi chiedere preventivamente, anche se può sembrare poco elegante, i dati anagrafici dell'altro se non sono già stati oggetto di scambio.

LA FINE DI UN AMORE. ACCETTAZIONE E DISTACCO TOTALE

Un percorso per il superamento della fine di un amore

Innanzitutto bisogna accettare che l'amore è finito e che nel finire ci ha completamente disarmati.
Senza un'accettazione di ciò qualsiasi percorso è inutile.
Sembra scontato, ma non lo è. All'inizio, soprattutto se la fine sopraggiunge in maniera improvvisa ed imprevista, si tende a negare il tutto o quanto meno a minimizzare. Si ritiene che l'altro ritornerà, che ha confuso qualche suo dubbio o quant'altro come mancanza d'amore.
Dopo che si è arrivati ad accettare che l'amore è realmente finito, si sprofonda in un cupo, lacerante dolore. Bisogna allora concedersi un periodo di lutto.
In questo periodo che può durare giorni o settimane ed a volte mesi, và cacciato fuori tutto il nostro dolore. Bisogna piangere tutte le lacrime di questo mondo. Ci si può far affiancare in questo periodo da una persona a noi cara che prestandoci semplicemente ascolto, raccogliendo il nostro dolore, ci allevierà un po’ la sofferenza. Bisogna riflettere su tutta la rabbia che si ha dentro e su eventuali sensi di colpa che si provano.
Serve un distacco totale dalla persona che ci ha lasciato.
Spesso, per soffrire di meno, si tende a mantenere una minimo di relazione, di tipo amicale, con l'altro. Ci si illude che così il dolore sarà meno lacerante, mentre non si fa altro che prolungare l'agonia. Inoltre quest'atteggiamento nasconde la speranza, spesso inconscia, che l'amore possa ritornare. Quindi, prima che si possa riprendere un rapporto anche minimamente formale con l'altro, occorre tempo.

Evitare luoghi e situazioni della relazione finita.

L'evitare luoghi e situazioni dell'amore finito fa parte di quel distacco assoluto, necessario al superamento del tutto.

Agire.

Bisogna, nel frattempo, fare qualcosa di positivo per sé stessi, per riempire il vuoto della mancanza della persona amata.
La fine dell'amore rappresenta anche un momento di crescita, di rafforzamento delle proprie capacità di superare le difficoltà. Inoltre può rappresentare l'inizio di un percorso volto a meglio conoscere noi stessi. Se riusciremo in tutto questo saremo sicuramente più forti e più maturi.
Capire quali eventuali vuoti interiori questo amore così forte e passionale colmava. Infatti spesso sentimenti molto forti non sono dovuti all'amore per l'amato, ma a nostre carenze affettive.
Non dimenticarsi del dottore “Tempo” che col suo trascorrere cicatrizza qualsiasi ferita. Gli antichi greci distinguevano due diversi concetti di tempo: Cronos e Kairòs.
Lo scorrere di Cronos che è il tempo cronologico, quello delle ore, dei giorni e dei mesi è importante per superare un amore. Qualche autore è del parere che sono necessari almeno sei mesi per superare un lutto o un abbandono.
L'altro concetto di tempo è Kairòs che è un tempo individuale , un tempo necessario per dire "basta", vale a dire tempo del cambiamento interno. E' quel momento in cui ci rendiamo conto che è il momento di voltare pagina.

Distacco totale

Il distacco totale è la migliore strategia da adottare nel caso in cui una relazione finisca, anche se rappresenta l'approccio più doloroso, perché tende a tagliare di netto qualsiasi contatto. Questo tipo di distacco è maggiormente utile se viene messe in atto da entrambi i componenti della coppia. Il distacco totale presuppone che non ci siano contatti di nessun genere, sia di persona che tramite terzi o tramite email, sms, telefonate, ecc ….
Il distacco totale è la via migliore per superare il dolore del distacco, quando si è lasciati dal proprio partner, senza umiliarci pregandoli di tornare sui propri passi (in realtà allontanandolo ancora di più da noi). Ma soprattutto il distacco totale permette di poter effettivamente iniziare il processo d'elaborazione del lutto della fine della relazione. Qualsiasi distacco di tipo parziale è come se non mettesse un punto fermo per poter rielaborare la fine di un amore.
Il distacco totale richiede molta determinazione e procura ulteriore sofferenza rispetto a quella già accumulata con la fine della relazione ma è essenziale nel superare definitivamente il proprio dolore.
  • Il distacco totale è un impegno che prendete con voi stessi e nessun altro. Se non lo portate a termine dovete prendervela solo con voi stessi perché è una vostra scelta e nessuno vi obbliga.
  • Và effettuato con la giusta motivazione. Il distacco totale non deve essere usato come strategia al fine di far sentire all'altro la nostra mancanza e quindi rendere possibile un ritorno. In questo caso vi procurerebbe solo ulteriore dolore.
  • Effettuare un distacco totale è un impegno con sé stessi e l'interromperlo espone,conseguentemente, solo sé stessi alle relative conseguenze. Ad esempio la/il vostro ex partner potrebbe essere seccato dal vostro riprendere un contatto perché ritenevano che aveste superato la fine della relazione. Ciò li potrebbe rafforzare ulteriormente nella loro scelta di aver dato fine alla storia.
  • Il distacco totale serve anche a mantenere una personale dignità, perché non darete mai al vostro ex la gratificazione di sapere che siete ancora coinvolti e sconvolti dalla fine del rapporto. Questo tipo di distacco vi permetterà di non pregarli di tornare indietro; di non dire cose che non vorreste dire, di non fargli vedere che state male.
  • Solitamente il distacco totale viene adottato da chi è lasciato. Ma può succedere anche il contrario, nel caso ad esempio che abbiate scoperto un tradimento dell'altro partner e quest'ultimo vogliano tornare chiedendo perdono. Se non siete convinti del perdono il distacco totale vi permetterà di riflettere con maggiore serenità sulla decisione da prendere. 
Perché gli uomini decidono di chiudere una relazione ?

Diversi sono i motivi per cui gli uomini decidono di chiudere una relazione.
Innanzitutto, semplicemente, perché sentono di non amare più. In questi casi anche se inizialmente erano presenti tutte le principali componenti di un autentica relazione d'amore – affettività, passione ed impegno, c'è il venir meno del sentimento nella sua interezza, od in una delle sue parti. A quest'ultimo riguardo frequente è il chiudere la relazione perché viene meno da parte dell'uomo l'impegno a costruire una progettualità di coppia futura, soprattutto in una società di forte “disimpegno” come quella attuale. Il classico esempio dell'eterno Peter Pan che vuole vivere la relazione solo come passione, al massimo affettività, ma senza nessun impegno a più lungo termine.
Spesso la relazione parte sin dall'inizio, con la mancanza di una delle componenti nel sentimento maschile, per cui la possibile fine è come se fosse già scritta. In questi casi, anche la donna non si rende conto o non vuole rendersi conto che la relazione è deficitaria in taluni aspetti sin dal principio. Un'altra causa ricorrente è il tradimento della persona amata. Per condizionamenti culturali, l'uomo si sente colpito nella sua virilità e non accetta il possesso fisico della propria donna, da parte di un altro. Anche se ultimamente la mentalità maschile al riguardo sta cambiando.

Perchè gli uomini vengono lasciati ?

I motivi per cui gli uomini vengono lasciati sono da una parte gli stessi per cui lasciano, seppur con significative differenze.
La componente impegno che negli uomini è spesso deficitaria sin dall'inizio è molto più presente nelle donne ed appunto questa mancanza nell'uomo che poi conduce la donna a lasciarli. Sul tema del tradimento le donne, legate più ad un possesso affettivo dell'uomo, perdonano quello fisico, per cui, a meno che non intervengono altre cause non interrompono la relazione.

Come vive un uomo la fine di un amore ?

Un uomo, qualunque uomo, anche il più sicuro di sé, di fronte alla fine di un amore, di un amore che riteneva autentico, dimostra tutta la sua fragilità, le sue debolezze. L'uomo mette in atto un copione, poco “virile” culturalmente in molti aspetti, per recuperare l'amore perduto. Telefonate, sms, colloqui “chiarificatori” fino a rasentare o ad arrivare, talvolta, a quello che è un comportamento di stalking.
I comportamenti tipici del fenomeno dello stalking, oltre quelli sopraccitati, sono : pedinamenti, lettere e fiori, appostamenti vari (casa, lavoro, ecc...), violazione di domicilio, visita sul luogo di lavoro, minacce di violenza, violenza fisica e sessuale di diversa entità.

Come supera un uomo la fine di un amore ?

Oltre a Cronos e Kairòs (dottore tempo) di cui abbiamo parlato in precedenza bisogna distinguere una elaborazione esterna, più superficiale e di facciata, ed una interna, più profonda ma anche più dolorosa, che porta alla vera accettazione del lutto premessa per il suo effettivo superamento.
L'uomo, pur di fronte ad un “lutto sentimentale” profondo e dilaniante, tende, generalmente, rispetto alla donna, ad elaborarlo in più breve tempo di tipo Cronos e prevalentemente a livello d'elaborazione esterna.
Conseguentemente, mette maggiormente in atto, la tecnica del “chiodo schiaccia chiodo” con le prevedibili conseguenze future per la “vittima” che si presta a questo copione.
Inoltre, capita anche che s'instaura subito un odio per il genere “femminile” che porta ad instaurare una relazione per il solo scopo, più o meno inconscio, di vendicarsi, della persona che l'ha lasciato.
Manca, quindi, nell'uomo, spesso, quella concezione dell'elaborazione del lutto sentimentale che è legato ad una concezione sia di tempo Kairos che di autentica elaborazione interiore. A livello individuale l'elaborazione del lutto è anche legata alle precedenti esperienze vissute d'elaborazione del lutto ed a copioni familiari presenti e passati.

LA FINE DI UN AMORE

Dal punto di vista teorico e scientifico la fine di un amore è riconducibile agli stessi processi della separazione, del lutto.
Si potrebbe parlare di un vero e proprio schema universale, articolato in tre fasi, che si succedono le une alle altre: protesta, disperazione e distacco.
  • La protesta è caratterizzata da reazioni piuttosto smoderate, quali pianto, grida, agitazione, ansia, panico. La persona lasciata, abbandonata, inconsapevolmente, agisce in tal modo, con l'intento di influenzare il ritorno della persona andata via.
  • La disperazione, ai comportamenti di iperattività e protesta attiva, subentrano altri di totale inattività, astenia, malinconia. Fanno, inoltre, la loro comparsa alterazioni fisiologiche, quali disturbi del sonno, diarrea, alterazioni del comportamento alimentare, accelerazione del battito cardiaco. Alla delusione dovuta agli esiti negativi dei comportamenti messi in atto durante la prima fase, che non hanno garantito il ritorno della persona scomparsa o andata via, subentra un periodo di passiva disperazione, generata dalla consapevolezza dell'impossibilità di un ritorno.
  • Il distacco. La persona abbandonata, dopo un determinato lasso temporale, si distacca, a sua volta, affettivamente ed emotivamente dalla persona persa, riorganizzandosi a livello emotivo e ricominciando le normali attività che contraddistinguevano la sua vita prima di restare sola. 
Al di là delle tre fasi individuate sopra, nella fine di un amore, un amore che ci ha profondamente coinvolti, si prova una sofferenza indicibile, si pensa che non si può più continuare a vivere, si provano sentimenti quali: tristezza, delusione, senso d'angoscia, sensi di colpa e fallimento.
Il più delle volte non si riesce a comprendere perché sia finito, non rendendosi conto che la fine non è stata improvvisa ma era in qualche modo preannunciata in tanti piccoli gesti, occasioni, sfumature, o pur avendo notate quest'ultime si viveva comunque nell'illusione che nonostante tutto non sarebbe mai finito quell'amore.
Nella stragrande maggioranza dei casi ci si dimena, non ci si arrende, si tenta l'impossibile per recuperare quell'amore. Sopratutto si continua ad amare la persona perduta, a volte più di prima. A volte si prova qualche timida speranza di recuperare l'amore perduto, sopratutto se l'altra parte, incautamente, manifesta qualche piccolo segnale d'affetto o di comprensione, che si tende subito ad interpretare come segnale di una rinnovata disponibilità ad amarci e non lo si vede nel suo reale significato (tipica la frase "forse mi ama ancora un po’? forse non è tutto finito?").
Quando finisce un amore, sopratutto se si è lasciati, si compie una vera e propria analisi di quelle che sono state le cause che hanno portato alla fine.
Il più delle volte la persona lasciata tende ad attribuirsi le colpe, imputando a propri comportamenti errati la fine della relazione. Questo perché permette di poter sperare che cambiando il proprio comportamento la relazione può iniziare di nuovo, se l'altro ci dà un altra possibilità. Non ci si vuole rendere conto che molto più semplicemente l'altro non ama più.
Per quanto doloroso possa essere prendere coscienza di quest'amara verità, rappresenta l'unico modo per poterne uscire.
Si soffrirà in maniera spaventosa ma il tempo ci aiuterà a porre definitivamente la parola fine. Altrimenti, sperando in un altra possibilità, prolunghiamo solo la sofferenza entrando in un tunnel che ci sembrerà senza uscita.
Per quanto possa essere lontano nel tempo, dopo aver pianto tutte le lacrime di questo mondo, dopo aver espresso tutta la disperazione di questo mondo, arriverà il momento in cui si toccherà il fondo del baratro. Ed in quel momento, quasi senza rendersene conto, si inizierà una lenta ma inesorabile risalita. Si accetterà la realtà delle cose. Si scoprirà che il più grande amore è quello che deve ancora venire.
Non dimentichiamo che gli "abbandoni" rappresentano anche un momento di crescita.

LA SCELTA DEL PARTNER

La scelta del partner non è lasciata al nostro libero arbitrio. C'innamoriamo di una persona solo quando incontrandola abbiamo già dentro di noi un immagine idealizzata. Prima costruiamo e poi proiettiamo sull'altro. Quindi non amiamo ciò che è, ma ciò che immaginiamo essere.

Ma che cosa costruiamo e proiettiamo ?

Infatti nell'amore noi perseguiamo anche una compensazione di ciò che non abbiamo avuto o di cui ci siamo sentiti privati nelle nostre esigenze affettive, o talvolta addirittura “ostili” o qualche volta anche “cattivi” nei nostri confronti da figure molto importanti. Conseguentemente chiediamo al nostro amore, in maniera più o meno conscia, di provvedere a riempire i vuoti affettivi del nostro passato o a porre rimedio alle ferite affettive infertici. Alcune volte queste richieste vengono poste come l'altra faccia di una medaglia: cerchiamo di sopperire o “guarire” lui , per sopperire o “guarire” noi.
Riepilogando il processo amoroso potrebbe essere rappresentato come l'aspirazione a due possibili desideri, fra loro contrapposti:

  • il primo desiderio è quello ci cercare un soggetto d'amare il più possibile simile alle figure amate della nostra infanzia.
  • il secondo desiderio è in antitesi al primo perché cerca un soggetto d'amare che poni riparo alle carenze e ferite inferte dalle primarie figure affettive.
Raggiungere un buon equilibrio fra queste opposti desideri può rendere un amore felice. La mancanza d'equilibrio, invece conduce a diverse soluzioni di compromesso, più o meno dolorose.
Potremmo sintetizzare il tutto con una metafora. E’ come se in ogni amore adulto mettessimo in atto un copione cinematografico (affettivo e relazionale) che abbiamo già visto e vissuto ripetutamente nella nostra infanzia, di cui non abbiamo gradito lo svolgimento ed il finale, e speriamo di cambiare quest'ultimi nella nuova storia d'amore. Ma, purtroppo, svolgimento e finale cambiano per pochi, e solo per quelli che avendone consapevolezza non pretendono di cambiarli del tutto, ma solo di modificarli parzialmente.

IL PARTNER IDEALIZZATO

"Quando cominci a far corrispondenza con qualche sconosciuto, lasci galoppare la fantasia e immagini che dall'altra parte del computer si trovi l'uomo dei tuoi sogni. Quando, dopo le prime banali frasi ti convinci che lui potrebbe essere veramente quello giusto, perché anche lui appartiene al tuo mondo, perché è intelligente e sensibile, inventi le strategie, le tue armi di seduzione esplodono. Ti perdi nelle speranze e avvii a stuzzicarlo, provocarlo... e così cominciate a raccontarvi il passato, scambiare le idee, alla fine condividete situazioni accadute recentemente. Raccontate voi stessi...vi toccate l'anima. Scrivete il copione della vostra vita. Tu fai danzare le parole, diventi la prima ballerina. La magia delle mail vi insidia".

Daniele La Barbera, presidente della Società Italiana di Psicotecnologie: "Gli incontri sul web possono trasformare un estraneo in una persona intima: la comunicazione testuale facilita una costruzione fantastica dell'altro, verso il quale si proiettano desideri e fantasie".

ALCUNI DATI SULLA RICERCA DI CONTATTI ON LINE

Le modalità di approccio

Il 27% dei soggetti chiede contatto visivo immediato con foto e collegamento messanger. Il dialogo si interrompe se l'interlocutore non appare piacente .
Il 40% del campione effettua "zapping" : osserva profili, chatta con più persone senza approfondire nessuna conoscenza.
Il restante 23% del campione "seleziona", dopo un' accurata ricerca, persone disponibili a livello relazionale con le quali poter parlare e raccontarsi.
Se si crea un "contatto" la fase del pre-incontro e' caratterizzata da entusiasmo, telefonate, messaggi, curiosità, desiderio. In genere i tempi medi di attesa per un incontro sono da qualche ora a qualche settimana.

L'incontro

Varie le modalità di incontro: da quelle meno impegnative come un aperitivo o un caffè, a cene, inviti, viaggi.
Il 65% del campione afferma di non aver ripetuto un secondo incontro con la stessa persona, il più delle volte si interrompono bruscamente i contatti e non si risponde al telefono, occasionalmente ci si limita a qualche contatto virtuale o telefonico. Il 25% dichiara di aver avuto degli incontri a carattere sessuale. Solo il 5% dichiara di aver avuto legami affettivi duraturi legati ad una progettualità.

martedì 4 novembre 2008

PROBLEMI DI UNA SECONDA UNIONE

Sulla seconda unione spesso pesano le stesse incognite della prima. Infatti se entrambi i membri della nuova coppia non hanno approfondito seriamente le motivazioni e le problematiche che hanno causato la fine della loro precedente unione, le precedenti "eredità negative" finiranno coll'avere, inevitabilmente, conseguenze anche sulla nuova unione. Dopo poco, infatti, i problemi irrisolti della precedente unione riaffiorano e mettono in crisi anche la nuova relazione. Occorre essere pronti a ricominciare la nuova avventura sentimentale consapevoli dei possibili problemi, facendo tesoro degli errori del passato. Ma ciò non sempre avviene. Nelle relazioni amorose, in particolare, c'è la tendenza a riprodurre l'infelicità. Senza rendercene conto finiamo per ripetere la vecchia storia coniugale, scegliendo un coniuge analogo al primo. O, se ne sposiamo uno con carattere diverso, inconsapevolmente facciamo pressioni per ottenere gli stessi comportamenti, con conseguenza assolutamente negative.
Un secondo matrimonio ha più possibilità di successo se si riesce davvero a ripartire da zero, a lasciarsi alle spalle quello precedente. Chi, invece si porta ancora dentro il fallimento del primo, perché non ha ancora elaborato tale fallimento, finisce con il gravare il nuovo rapporto di richieste eccessive, per pareggiare il conto con le sofferenze del primo.
Anche litigi e routine coniugale possono essere più duri da sopportare, la seconda volta, perché dal nuovo matrimonio ci si aspettano solo cose positive, non avute dal primo. Con le conseguenti frustrazioni, delusioni e tensioni.
Insomma, chi ha rotto una volta è meno disposto ad accettare un'unione che non ritiene del tutto felice, quindi è più propenso a interromperla al primo sopraggiungere di problemi. A ciò si aggiunge lo stress del divorzio che anche se siamo stati noi a lasciare o se la separazione è stata consensuale, possiamo uscire scossi, dubbiosi sulle nostre capacità di impegnarci in relazioni durature, convinti di essere fuori gioco per sempre.
Il divorzio andrebbe vissuto invece come tempo di riflessione e riconciliazione con noi stessi. Un'esperienza formativa, di verifica di aspettative ed errori per guadagnare maggiore consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo da una relazione.
Alcuni secondi matrimoni soffrono per i paragoni con il primo, anche se gli ex non hanno tutte le qualità dell'attuale partner. Spesso scatta il confronto, anche su diversi livelli, causa di incomprensioni e insinuazioni.
Anche i problemi con i figli di primo letto possono minare la sopravvivenza del secondo matrimonio. Il divorzio mette in crisi identità e senso di appartenenza dei figli. E la confusione aumenta quando i genitori si risposano.
I piccoli possono giocare il ruolo di “sabotatori” della nuova unione, per motivi diversi, che a volte si intrecciano: hanno paura di perdere l'amore del genitore che si risposa, sono ostili al nuovo partner, si sentono lacerati fra la fedeltà alla vecchia e alla nuova famiglia, oppure esclusi dalla felicità della nuova coppia. D'altro canto, la “coppia felice” può avere momenti che contribuiscono ad aumentare la confusione e il disagio: discussioni su chi paga e quanto per i figli, questioni su “una volta tanto sarebbe bello cenare da soli. Và dato ai figli il tempo di ricostruire una loro nuova rappresentazione di scena familiare, senza scompaginarla con sovrapposizioni di ruoli. Il nuovo lui o la nuova lei non devono assolutamente cedere alla tentazione di sostituire il genitore assente o, peggio, di indossare i panni di matrigna o patrigno. I figli vengono talvolta usati dall'ex per intromettersi nella nuova coppia: atteggiamento che esaspera e crea tensioni. Spesso sono gli uomini a lasciare le situazioni in sospeso. In ogni caso, è bene evitare di entrare in rotta di collisione con compagni e compagne precedenti. Il contatto tra ex dovrebbe limitarsi agli impegni di genitori, senza sconfinare in terreni che mettono a rischio l‘intimità della nuova coppia.
Oltre ai figli, a sentirsi escluso può essere il partner.

PER UN BUON ANDAMENTO DELLA COPPIA

Il rapporto di coppia è una relazione tra due persone che comunicano sulla presunzione di conoscersi più o meno approfonditamente. Ed è proprio questo aspetto, cioè la conoscenza dell'altro l'elemento più critico ed allo stesso tempo significativo della vita a due, che spesso riserva ad entrambi amare sorprese.
Infatti, spesso si pensa di conoscere il proprio partner molto bene, salvo poi scoprire con grande delusione che di questa persona con la quale si può aver vissuto anche a lungo, si aveva una conoscenza piuttosto superficiale, soprattutto se essa (ma a volte sono coinvolti entrambi i componenti la coppia) inconsciamente o magari intenzionalmente ha comunicato ed agito con il preciso scopo di far conoscere al proprio partner la parte migliore di sé, nascondendo volutamente – per non apparire poco desiderabili o peggio ancora vulnerabili – quella parte di sé che non si accetta o che si intende volutamente tenere segreta, o addirittura ignota a se stessi.
Invece importante è la condivisione di ideali, valori, interessi che si possono avere in comune. E' abbastanza ovvio che sia utile che sin dall'inizio della relazione ci sia un insieme di ideali, valori, interessi in comune che favoriranno il buon prosieguo della relazione stessa. A tal fine non è necessario essere simili, ma non è utile essere totalmente diversi. Uno spazio comune di condivisione è necessario. Se non è presente dall'inizio lo si può costruire insieme. Ma per costruirlo è necessario effettuare una conoscenza approfondita dell'altro da cui poi dipenderà in ultima analisi il buon andamento del rapporto di coppia
Qui di seguito fornisco una serie d'indicazioni che potrebbero essere utili a tutte quelle persone che si frequentano con l'intenzione , il desiderio o la speranza di unirsi stabilmente in un rapporto di coppia.
I suggerimenti che seguono costituiscono solo la base per avviare un processo di reciproca e profonda conoscenza, che se da un lato è un ottimo rimedio per non correre il rischio di ritrovarsi a vivere un rapporto di coppia come estranei, dall'altro ci sembra il miglior antidoto per prevenire i mali causati dalla routine, dalla noia, dall'apatia, fondamentale anche per promuovere una buona comunicazione interpersonale all'insegna del rispetto reciproco, della fiducia, della felicità e del benessere della coppia.

Dire “ti amo” in qualsiasi modo

Trovare sempre nell'arco della giornata il tempo e il modo per dire al proprio partner “ti amo”. Può sembrare banale, ma è importantissimo farlo, ovviamente a condizione di sentirlo. Qualsiasi modo va bene (non ci sono limiti alla fantasia): può bastare un fiore, una carezza, un pensiero gentile, una telefonata, una sorpresa o piccole attenzioni, che faranno capire alla persona che amate quanto è importante per voi.
Ma soprattutto l'amore và dimostrato e non solo dichiarato. Comportarsi in maniera coerente rispetto al dire "ti amo" è una strategia salva rapporto di importanza cruciale se si vuole evitare di creare contraddizioni tra quello che viene detto a parole e ciò che viene comunicato con i fatti e le azioni quotidiane. Attenzione, dire al proprio partner “ti amo” e poi non essere presenti nei momenti importanti e nelle decisioni che contano nella vita di coppia, equivale a mentire spudoratamente.

Comunicare in maniera chiara e sincera

In situazioni di divergenza di opinioni, di contrasto e/o di conflitto, è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell'altro senza alcun pregiudizio, e soprattutto con la piena consapevolezza che l'apparente vittoria dell'uno sull'altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi.
Se possibile, non lasciar trascorrere più di 24 ore dall'eventuale litigio per cercare di risolvere il problema o di superare al più presto la situazione conflittuale. E' bene tener presente, inoltre, che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell'altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade per mancanza di intelligenza sociale, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato da violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l'altro. Pertanto, quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto è importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito.

Riconoscere i propri sbagli

Sembra facile, ma non è da tutti riuscire a farlo perché riconoscere di aver sbagliato richiede umiltà, coraggio e soprattutto intelligenza sociale ed emotiva.
Un comportamento socialmente competente ed emotivamente intelligente prevede una strategia infallibile in tre punti:
  1. riconoscere i propri sbagli senza mezzi termini
  2. scusarsi sinceramente per l'accaduto
  3. impegnarsi a non ripetere lo sbaglio commesso
Le coppie che hanno fatto proprio questo fondamentale principio di comunicazione interpersonale, hanno vita lunga, quelle che invece prediligono giochi pericolosi come “la caccia alle streghe”, “nascondersi dietro un dito” e “il gioco al massacro (è tutta colpa tua se …)” hanno i giorni contati, insieme alla certezza di soffrire.

Imparare a perdonare

L'amore è anche e forse soprattutto capacità di perdonare. Il perdono è un atto d'amore che appartiene alle persone generose di cuore. Chi non sa perdonare, non può dire di saper veramente amare. Ci sono situazioni in cui il perdono, di per sé difficile da concedere, rappresenta l'unica via d'uscita, da pagare a volte a caro prezzo, ma è un investimento pur sempre conveniente se si tratta di vero amore. In caso contrario, negato il perdono, ci si troverà sicuramente pieni di orgoglio, ma allo stesso tempo più vuoti dentro.

Rinunciare alla perfezione

Ricordarsi che nessuno è perfetto è una regola d'oro spesso dimenticata che, se puntualmente osservata, può evitare inutili tensioni, ansia da prestazione e stress nella coppia. Se non accettiamo i limiti del nostro partner o non tolleriamo i suoi difetti e le sue imperfezioni, con molta probabilità non lo amiamo abbastanza o forse abbiamo (e il che è ancora più grave) una visione distorta e infantile dell'amore.
Questo potrà generare anche aspri conflitti nella relazione, ma a quel punto conviene interrogarsi sulle ragioni di fondo della propria scelta e darsi delle risposte coerenti. Insomma, pretendere la perfezione nel rapporto di coppia o dal proprio partner equivale a chiedere a un cavallo di volare … non sarà mai capace di farlo! Bisognerebbe, invece, imparare ad accettare i propri limiti e quelli altrui e saper essere soprattutto tolleranti per quello che non ci piace in noi o nella persona con la quale si è deciso di condividere un progetto di vita. Non è sicuramente facile, ma è prova di grande maturità e di buon equilibrio interiore.

Esaltare il “senso del noi”

Sembra banale dirlo, ma la coppia è composta da due persone con bisogni, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi; e fino a quando nella coppia prevarranno interessi personali e forme di egoismo, comunque espresse, non si andrà molto lontano sul difficile cammino della crescita emotiva, dell'amore e della felicità. Questo traguardo, che ogni coppia desidera raggiungere, è invece possibile se i partner sono entrambi capaci di creare da subito quel magico “senso del noi” che è un sentimento profondo, basato sulla condivisione di tutto ciò che crea e rinforza un legame affettivo, e che va alimentato costantemente nel tempo.

Ma come si costruisce il senso del noi ?

Innanzitutto con quella complicità, tipica delle coppie molto unite, che pervade anche le piccole cose come i rituali piacevoli e tutti quei momenti emotivamente coinvolgenti che scandiscono il rapporto di coppia, come viaggiare e far vacanza insieme, ritrovarsi a tavola, passeggiare tenendosi per mano, far l'amore, divertirsi, gioire dei momenti di intimità, ma anche affrontando uniti le inevitabili difficoltà della vita, le situazioni di dolore e i momenti di sofferenza, senza dimenticare l'importanza di avere un linguaggio comune che faccia da sfondo al rapporto di coppia, caratterizzandone in modo esclusivo le fasi evolutive.
Questo e molto altro ancora serve a creare il senso del noi, che ovviamente comprende anche le decisioni importanti da prendere insieme per il bene della coppia, come per esempio l'acquisto di una casa, il lavoro, l'educazione dei figli. Insomma, il senso del noi è un potente antidoto allo stress emotivo e relazionale della vita a due, che comporta un “affidarsi reciproco”, ossia una dimensione affettiva che unisce nonostante tutto, e nella quale ognuno si sente protetto da un rassicurante e tranquillizzante noi, capace di creare fiducia reciproca, indispensabile per andare avanti, e di emanare una straordinaria forza ed energia che rinsaldano profondamente il legame, rendendolo inossidabile e invulnerabile alle avversità quotidiane e ai problemi dell'esistenza.

Tener viva la passione

Significa desiderare l'altro e sentirsi fisicamente, sessualmente e emotivamente attratti dall'altro, ma allo stesso tempo rendersi a propria volta sempre desiderabili e attraenti agli occhi del proprio partner. Insieme all'intimità e all'impegno, la passione è un elemento cardine del rapporto di coppia da cui dipende la stabilità relazionale; e forse è anche l'aspetto più difficile da gestire nel tempo. E la difficoltà consiste nel fatto che la passione per sua natura è un fattore che molti considerano legato esclusivamente alla bellezza, all'attrazione fisica, alla corporeità e meno ad elementi più intangibili come il “fascino” che è invece una qualità importantissima che una bella persona è in grado di emanare a prescindere dalla sua età anagrafica.
Per mantenere sempre alta la “fiamma” della passione, allora la coppia ha bisogno di evolvere anche sessualmente e di rinnovarsi per riuscire ad essere sempre all'altezza delle aspettative affettive, sessuali ed emotive del partner. Molte coppie commettono invece l'errore fatale di dare tutto per scontato sul piano affettivo e quindi si adagiano, cadono nella routine, pensando che ormai non sia più così importante risultare desiderabili e attraenti agli occhi del proprio compagno con il quale magari si convive già da anni.
Se è vero che invecchiando la bellezza esteriore diminuisce e con essa le prestazioni fisiche e l'esuberanza sessuale, allora è anche vero che coltivare il proprio fascino e la bellezza interiore è un'arte che si può imparare, che forse rimane l'unica, vera arma segreta per mantenere sempre vivo e coinvolgente un rapporto di coppia che permette ai partner di crescere insieme.

Creare intimità nella coppia

La tenuta di una coppia nel tempo è direttamente proporzionale al grado di intimità che i partner riescono a stabilire tra di loro. L'intimità è uno straordinario collante ancora più forte della passione, ma che per funzionare ha bisogno di essere continuamente alimentato attraverso una fiducia reciproca profonda e incondizionata. Solo su queste basi è possibile rivelarsi completamente all'altro, svelare i propri segreti, mettere a nudo le proprie debolezze o paure senza il timore di apparire fragili, vulnerabili o di essere giudicati per le proprie “zone erronee”. L'intimità, quella vera, richiede soprattutto coraggio ed onestà intellettuale per affermare la propria identità, oltre alla consapevolezza che essa non è mai un punto di partenza, ma un punto di arrivo, un traguardo che si conquista pian piano, giorno dopo giorno nel tempo.

Impegnarsi verso l'altro

E’ in assoluto la regola di buon senso più difficile da seguire in un rapporto di coppia. Impegno che vuol dire innanzitutto fedeltà e rispetto per l'altro; nella dimensione psicologica l'impegno assume il significato di fiducia e aiuto fornito al partner per sostenerlo nel suo percorso di autorealizzazione e crescita personale; in ambito affettivo l'impegno sottintende la presenza non solo fisica, ma soprattutto emotiva sia nei momenti belli che in quelli difficili della vita; in ambito professionale, infine, l'impegno per il proprio partner si estrinseca con la disponibilità a cercare insieme occasioni e opportunità che favoriscano il suo successo in ambito lavorativo, magari attraverso una più efficace strategia di valorizzazione delle sue risorse personali, che abbia anche lo scopo di migliorare la sua autostima.

Ma perché è così difficile impegnarsi verso l'altro?

Forse perché l'impegno richiede sacrificio, rinunce, capacità di donarsi senza pretendere nulla in cambio, impiego di risorse personali a favore dell'altro, altruismo o meglio ancora assenza di egoismo, dedizione. In una parola “amore”, un sentimento davvero grande, capace di raccogliere in sé tutte queste cose che solo chi ama sinceramente riesce a ritrovare con assoluta naturalezza nel suo repertorio comportamentale.
Infine ricordarsi che alla fine di ogni 'scontro di coppia' non c'è un vincente ed un perdente. O si vince in due o si perde in due. L'accordo nasce dall'accettazione reciproca dello stesso.

QUALCHE RIFLESSIONE SULL'AMORE (AMORE COMPLETO)

Il professor Sternberg ha teorizzato, suffragato da alcune sue ricerche, un concetto di amore completo, sulla base di tre componenti fondamentali:
  • l'impegno come componente cognitiva
  • l'intimità come componente emotiva
  • la passione come componente motivazionale dell'amore
Si può visualizzare l'amore come un triangolo in cui quanto maggiori sono impegno-intimità-passione, tanto più grande è il triangolo e più intenso l'amore.
Da questa teoria scaturisce una tipologia collegata alla combinazione dei tre diversi fattori, dando luogo a otto possibili tipi di relazione.

  • "L'assenza di amore": tutte e tre le componenti mancano; è la situazione della grande maggioranza delle nostre relazioni personali, casuali o funzionali.
  • "Simpatia": C'è solo l'intimità, si può parlare con una persona, parlare di noi, ci si riferisce ai sentimenti che si provano in una autentica amicizia e comporta cose come la vicinanza, il calore umano (ma non i sentimenti forti della passione e dell'impegno).
  • "L'infatuazione": quando c'è solo la passione. Quell'amore a prima vista che può nascere all'istante e svanire con la stessa rapidità. Vi interviene una intensa eccitazione fisiologica, ma senza intimità o impegno. La passione è come una droga, rapida a svilupparsi e rapida a spegnersi, brucia alla svelta e dopo un po' non fa più l'effetto che si voleva: ci si abitua, arriva l'assuefazione.
  • "L'amore vuoto": dove l'impegno è privo di intimità e di passione: tutto quello che rimane è l'impegno a restare insieme. Un rapporto stagnante che si osserva talora in certe coppie sposate da molti anni: un tempo c'era l'intimità, ma ormai non si parlano più; c'era la passione, ma anche quella si è spenta da un pezzo.
  • "L'amore romantico": è una combinazione di intimità e di passione (tipo Giulietta e Romeo). Più di una infatuazione, è vicinanza e simpatia, con l'aggiunta dell'attrazione fisica e dell'eccitazione, ma senza l'impegno, come un'avventura estiva che si sa che finisce.
  • "Amore fatuo": è quello che comporta la passione e l'impegno, ma senza intimità. E' l'amore da fotoromanzo: i due si incontrano, dopo una settimana sono fidanzati, e dopo un mese si sposano. S'impegnano reciprocamente in base all'attrazione fisica., ma dato che l'intimità ha bisogno di tempo per svilupparsi, manca il nucleo emotivo su cui può reggersi l'impegno. E' un tipo d'amore che di solito non dà buon esito nel lungo periodo.
  • "Sodalizio d'amore": è chiamato un rapporto d'intimità e impegno reciproco, ma senza passione. E' come un'amicizia destinata a durare nel tempo. Quel tipo di amore che spesso si osserva nei matrimoni dove l'attrazione fisica è scomparsa.
  • "Amore perfetto o completo": quando tutti e tre gli elementi si combinano in una relazione. Raggiungere un perfetto amore, dice quest'autore, è come cercare di perdere un po' di peso, difficile ma non impossibile; la cosa davvero ardua è mantenere il peso forma una volta che ci si è arrivati o tenere in vita un amore completo quando lo si è raggiunto. E' un compito aperto, non una tappa raggiunta una volta per tutte.
La relazione tende a finir male se non c'è corrispondenza tra quello che si vuole dall'altro e quello che si pensa di riceverne: chiunque ha amato senza essere ricambiato altrettanto, sa quanto può essere frustrante.
Alle volte si potrebbe consigliare di ridurre le proprie aspettative e diminuire il proprio coinvolgimento: ma è un consiglio difficile da seguire.
La gente è davvero così sciocca da fare sempre la scelta sbagliata?
Probabilmente no: il fatto è che sceglie troppo spesso in base a quello che conta di più nell'immediato.
Ma quello che conta nel lungo periodo è diverso: i fattori che contano cambiano, cambiano le persone e cambiano le relazioni.
I fattori che tendono a diventare più importanti con l'andare del tempo sono questi tre:
  • la disponibilità a cambiare in funzione delle esigenze dell'altro
  • la disponibilità ad accettare le sue imperfezioni
  • la comunanza di valori
Queste sono cose che è difficile giudicare all'inizio di una relazione: l'idea che l'amore vinca tutti gli ostacoli è molto romantica, ma poco reale.
Quando si devono prendere delle decisioni, quando arrivano i figli e si devono fare alcune scelte, una cosa che sembrava poco importante, lo diventa.
Altri fattori invece nel lungo periodo diventano secondari: come l'idea che l'altro sia "interessante" (all'inizio c'è il timore che se cala l'interesse la relazione svanisce).
In realtà quasi tutto tende a diminuire col tempo (nelle coppie studiate statisticamente):
  • la capacità di comunicare
  • l'attrazione fisica
  • il piacere di stare insieme
  • gli interessi in comune
  • la capacità di ascoltare
  • il rispetto reciproco
  • il trasporto romantico
... può essere deprimente, ma è importante fin dall'inizio sapere che cosa aspettarsi col tempo, avere aspettative realistiche circa quello che si potrà ottenere e quello che finirà con l'essere più importante a lungo andare.
Cosa fare allora per migliorare un rapporto di coppia?
Spesso c'è un bel salto fra pensiero, sentimento e azione. Le nostre azioni non sempre rispecchiano i nostri sentimenti, per cui può essere utile sapere quali atti sono specificamente associati alle varie componenti dell'amore.
La passione richiederà il contatto fisico, la sessualità, la varietà e non la monotonia dei comportamenti sessuali.
L'intimità richiederà la comunicazione dei propri sentimenti interiori, l'offerta del sostegno emotivo, la condivisione del proprio tempo e delle proprie cose.
L'impegno, infine, comporterà il fidanzamento, il matrimonio, la fedeltà, la capacità di superare i momenti difficili, la capacità di trovare un valido compromesso nelle diverse legittime esigenze ed aspirazioni.

E' importante esprimere l'amore nei comportamenti perché il modo in cui ci comportiamo plasma i nostri modi di pensare e di sentire, forse non meno di quanto ciò che pensiamo e proviamo plasma le nostre azioni (se non agisci come pensi, finirai per pensare come agisci).
Inoltre certe azioni portano ad altre azioni: le espressioni d'amore dell'uno influiscono su ciò che l'altro pensa di lui (sui sentimenti e sui comportamenti dell'altro nei suoi confronti) dando luogo così ad una serie di azioni che si rinforzano a vicenda.
E' necessario dare importanza alle espressioni d'amore. Senza espressione anche il più grande amore può morire.